La modalità con i dilatatori è proponibile alle ragazze (la maggior parte) che presentano una fossetta vaginale di almeno 1,5-2 cm e rappresenta la prima modalità proposta dalle linee guida emanate dalle più autorevoli Società Scientifiche Ginecologiche nella terapia dell’ipoplasia vaginale.
Un autorevole riferimento scientifico per questa modalità terapeutica è il lavoro pubblicato su Fertility and Sterility (link al lavoro in Italiano e in Inglese) scritto dal dottor Keith Edmond che lavora presso il Queen Charlotte’s and Chelsea Hospital Imperial Collage di Londra, che ha presentato la più grande casistica mai pubblicata al mondo di ragazze affette da MRKH trattate con i dilatatori. 232 su 245 di queste pazienti ( 94,9%) hanno completato il programma ottenendo successo anatomico ovvero lo sviluppo di una vagina profonda almeno 6 cm, adeguata larghezza con normale attività sessuale, comparata nei questionari di soddisfazione a quella del campione di controllo costituito da ragazze non affette da MRKH.
Determinanti al fine della buona riuscita della terapia sono stati:
1) La presenza di una fossetta vaginale
2) Un adeguata motivazione ad affrontare un periodo più o meno lungo di utilizzo degli espansori (la media del gruppo di Londra, di età compresa tra i 16 e 19 anni, media 18,6, è stata di 5,5 mesi, con range da 2 a 19 mesi)
3) Un corretto utilizzo degli stessi in relazione a direzione data al dilatatore, un adeguata pressione e durata dell’utilizzo ( nel lavoro di Londra viene proposto il trattamento per 10 min a seduta per tre volte al giorno.
4) Spesso fondamentale è risultato un ausilio psicologico
Gli autori del lavoro scientifico concludono che questo è il più grande studio mai pubblicato al mondo, riguardo la modalità di correzione dell’ipoplasia vaginale e dimostra chiaramente che la tecnica con i dilatatori è superiore a qualsiasi tecnica chirurgica alternativa.
In Italia i Centri che propongono questa modalità terapeutica sono soprattuto il reparto di Ginecologia dell’ospedale Mangiagalli a Milano, diretto dal professor Paolo Vercellini.
L’ambulatorio malformazioni specificamente dedicato di cui è referente la dottoressa Restelli, specialista in ginecologia, si avvale inoltre di altre specialiste in ginecologia e il supporto della psicologa dottoressa Gramegna che, tra l’altro, si occupa di organizzare con cadenza mensile degli appositi incontri nei locali dell’ospedale nei quali sia le ragazze che i loro genitori possono confrontarsi tra di loro traendone importanti vantaggi in ambito psicologico.
Anche a Roma presso l’Ospedale Bambin Gesù, ospedale pediatrico la dottoressa Lucchetti visita pazienti con sindrome di MRHK e indirizza, quando preesistono le condizioni favorevoli, alla terapia con espansori le pazienti minorenni che accedono alla sua struttura.